La mia esperienza con il legno
Alla scoperta della Brianza,
ho conosciuto Marco Riva, commerciante di tranciati da 30 anni, il quale mi ha
trasmesso la sua passione per gli alberi..
Ho disegnato alberi nella loro maestosità e nei particolari radici,
foglie e cortecce ma ora la mia curiosità è andata nella struttura e nella
storia.
Entro nella sua tranceria e
nel suo magazzino creo un laboratorio. Incontro diverse figure alle quali spiego cosa sto facendo e ascolto. Sono tutti come me legati
da una dedizione, un rispetto e cultura del legno: da chi cerca la pianta, a
chi la commercia, al compratore straniero e artigiani
come l’intarsiatore, il falegname e il liutaio. Faccio notare che il mio
interesse principale è il segno nel “foglio” e quindi cerco quei difetti che il
mercato rifiuta, segni che registrano la storia della vita di un albero, come:
agenti atmosferici, un fulmine che ha lasciato una ferita, le malattie, gli
insetti e le larve che traforano da lasciare pizzi.
Provo difficoltà nell’intervenire per l’unicità del
pezzo, la natura è maestra, ma il mio compito è creare qualche cosa. Ritaglio
come un tarlo e assemblo, cerco simmetrie e mi lascio
trasportare dai ricordi. Ricordi d’infanzia, nello scalo merci di Lissone (città del mobile) dove transitavano tronchi
provenienti da tutto il mondo, e di racconti d’avventura sull’Africa.
Mi commuovo nel vedere un grande olmo, marchiato,
scorticato, tagliato, e alla fine del processo ricavarne dei fogli che servono
per rivestire i mobili, “fogli” di legno che richiamano ad altro..
La fantasia avanza dalle lenzuola a vecchie pagine
manoscritte, a trovare immagini come nelle nuvole nelle radiche, e i bordi a strati richiamano le ostriche, … che
mondo di leggerezza
in contrasto con la pesantezza del mobile! E.. ..
volo. Volo, piume, frecce di indiani, code di uccelli.
Uccelli paradisiaci, fantastici dalle code lunghe;…..
sento il canto. Un canto di note di essenze di legno:
tenere, dure, resinose e esotiche (abete, pino, olmo, frassino, tek, betulla,
noce, ciliegio, ulivo, cipresso, ……) il passo successivo è bruciare il legno e
sentirne i profumi .
“Gli uccelli del cielo” che riposano sui rami di un grande albero è stata la composizione finale. .
L’albero simbolo di vita in continua evoluzione,in ascensione verso il cielo evoca la verticalità, mettendo
in comunicazione il sotterraneo (per le radici che scavano), la superficie (per
il tronco e i primi rami) e il cielo (per i rami superiori e la cima tra i
quali riposano e volano gli uccelli.)
DAI RACCONTI
AFRICANI AD OGGI
0 TAGLIO DI TRONCHI
1 ARRIVO TRONCHI E RELATIVO TRASPORTO
2 LA TRANCERIA: TAGLIO IN TRANCIATI E PRODUZIONE DI SCARTI
3 DEPOSITO DEI TRANCIATI PER IL COMMERCIO
4 USO DEGLI SCARTI DI TRANCERIA –
RECICLO: IL MIO LABORATORIO
5 RACCOLTA MATERIALE
6 ANALISI, CLASSIFICAZIONE
7 ASSEMBLAGGIO
0 TAGLIO
TRONCO in AFRICA
fasi
di lavorazione di un tronco, Congo, anno 1920
1 TRASPORTO
Trasporto
di un grosso tronco in Calabria Società Anonima Carlo De
Capitani e .
fasi
di trasporto di un tronco di mogano-sapeli nella
foresta africana (Nigeria)
2 ARRIVO DEI TRONCHI
A LISSONE
Società Anonima Carlo De
Capitani. Il Commendatore Carlo De Capitani con alcune
maestranze nei primi anni Venti.
3 UN MAGAZZINO DI TRANCIATI
Magazzino di tranciati
Pacchetto di
tranciato
Fogli di
tranciato
4 USO DEGLI SCARTI, IL MIO LABORATORIO IN UN DEPOSITO DI TRANCIATI
5 RACCOLTA DEL
MATERIALE IN TRANCERIA o MAGAZZINO DI TRANCIATI
In cerca di scarti significativi..
6 ANALISI E CLASSIFICAZIONE
varie essenze
macchie in 8 tranciati progressivi
A seconda
del settore interessato:
-
dati floristici) (VEDI APPENDICE)
-
- dati tecnici per la
lavorazione di settore
- dati visivi, il segno e il
simbolo, …
7 ASSEMLAGGIO
es. di
composizione
il ventaglio
composizione essenze e
disegno: adamo, eva e
l’albero
INDICE:
a) CARATTERISTICHE DELLA
SUPERFICIE
b) IL TRANCIATO
c) LA RADICA
d) I CAMPIONI DI LEGNO
e) Es di SCHEDA COMPLETA
f) GALLERY
a) CARATTERISTICHE DELLA
SUPERFICIE
Le sfumature di tinta o di
lucentezza, e i disegni :
La colorazione
differente dalla tinta biancastro-giallognola propria
delle pareti cellulari, è da ascrivere
agli estrattivi del legno, (quelle sostanze che non fanno parte delle dette
pareti, ma che, - presenti nella linfa circolante nell’albero vivente- vengono trasformate e segregate sotto forma di sottilissime
pellicole, o grumi, contenuti nelle cavità cellulari mano a mano che interviene
il fenomeno della duramificazione).
Tali colorazioni possono
variare dal giallo citrino all’arancio, al rosso, al porporino, al violetto, al
bruno più o meno intenso, sino ad arrivare al nero giaietto, con rara frequenza
del verde ed assenza assoluta dell’azzurro che si manifesta soltanto in chiazze
irregolari e per effetto dell’attacco di particolari funghi.
La diversa lucentezza a
bande longitudinali deriva invece dalla fibratura
intrecciata, vale a dire della inclinazione
discordante degli elementi strutturali (fibre e vasi) nei successivi
accrescimenti del fusto: è caratteristica di molti legni tropicali tra i quali
sono particolarmente da ricordare i Mogani, sia africani che americani, l’Afrormosia, i Luauan, i Meranti, ecc., mentre invece è generalmente assente nei
legni delle zone temperate.
La
variabilità della lucentezza secondo
strisce all’incirca perpendicolari alla direzione generale della fibratura costituisce la cosiddetta marezzatura che
si riscontra spesso negli Aceri, nel Noce, nell’Aniegré
costituendone un elevato pregio.
Deviazioni localizzate della fibratura possono poi determinare degli effetti, o “figure”
molto attraenti: tra di esse sono particolarmente da
menzionare le “piume” che si ricavano dalla biforcazione del fusto (per
es. del Mogano, del Sapeli) e le “radiche” .
Dal punto di vista
istologico le radiche sono un difetto
di conformazione dei tessuti i cui elementi strutturali longitudinali, e cioè le fibre e i vasi, invece di decorrere parallelamente all’asse midollare si curvano
per accompagnare la formazione di molte gemme ravvicinate le quali però
abortiscono prima di dare luogo a dei rami.
Attorno all’asse di queste
gemme, le quali ovviamente sono perpendicolari al perimetro del tronco, col
passare degli anni si formano delle zone concentriche in rilievo cosicché
dall’esterno la zona anomala si presenta come un ammasso di piccole
escrescenze, mammellonati che sporge irregolarmente dal fusto.
Procedendo alla tranciatura
di tali masse in direzione pressoché parallela al midollo dell’albero se ne ottengono dei fogli con disegni estremamente vari,
pregiatissimi per nobilitare superfici di mobili in legno comune e di pannelli
decorativi, o per ricavarne, se lavorate a pieno spessore, piccoli oggetti,
soprammobili e simili.
La grande
varietà di presentazione e di denominazione delle “radiche” : parecchie possono
essere le cause che si trovano all’origine dello stimolo alla formazione delle gemme:
irritazione della zona cambiaria sottocorticale dovuta a calpestio degli
animali nella zona del colletto basale, passaggio del fuoco, soppressione
ripetuta di “secchioni”, lesioni da insetti o attacchi di certi funghi…Si
tratta comunque sempre di fatti accidentali dei quali è molto difficile poter
prevedere le conseguenze: in qualche zona si sono peraltro fatti dei tentativi
per favorire la formazione di radiche mediante l’inoculazione di particolari
agenti patogeni: così ad es. in Finlandia si sta lavorando sulla Betulla per
ottenere le pregiate radiche dette di “Betulla ghiacciata”.
L’utilizzazione
delle radiche è volta principalmente alle impiallacciature decorative, ma è da
notarsi che esse presentano talvolta dei problemi che invece non sorgono dall’impiego
di fogli tranciati lungo la direzione
generale delle fibre. Dato che nelle radiche si hanno
ripetuti cambi di direzione nella fibratura, molte
zone sono tagliate obliquamente rispetto alle fibre, e ciò determina una
particolare fragilità, alla quale può porre rimedio soltanto la capacità e la
pazienza dell’artigiano.
b) IL LEGNO PIALLACCIO (TRANCIATO)
Il
legno piallaccio ha uno spessore che non supera i 5
mm. Sempre secondo le norme UNI. Per produrre i piallacci
destinati all’industria del mobile e alla falegnameria si usano generalmente
legni pregiati che abbiano belle venature, colori e sfumature. Anche il mobile
o il complemento impiallacciato può essere più o meno di valore a seconda della specie legnosa usata e dell’abilità nel
preparare il riallaccio, ossia nel saper far risaltare i migliori aspetti
naturali e estetici che contraddistinguono i vari legni differenziandoli l’uno
dall’altro.
Coi
piallagli si rivestono i pannelli strutturali che vengono poi usati
dall’industria o dal falegname per produrre i mobili e i complementi d’arredo
in serie e su misura.
Fino
ca. alla fine del 700 i mobili erano fatti solo in massello perché non si
conoscevano altre tecniche di lavorazione del legno. Fino a quando, all’inizio dell’800, fu inventata la “tranciatrice”, una macchina in
grado di tranciare, ossia letteralmente affettare, il tronco in fogli sottili.
Con
1 mq di legno massiccio di 3 cm di spessore si ottengono all’incirca 50 mq di
legno riallaccio. Questa invenzione ha contribuito
notevolmente ad abbassare i consumi di legno e quindi anche a salvaguardare le
foreste.
SISTEMA DI SFOGLIATURA DEL TRONCO SISTEMI DI
TRANCIATURA DEL TRONCO
c) LA RADICA
La
radica è una massa di tessuto legnoso con struttura anormale, che presenta in
sezione macchie o venature irregolari così speciali e particolari da renderla
proprio per questo un legno molto pregiato. Il più delle la radica si presente come una sorta di escrescenza in prossimità
delle radici, e in questo caso è parzialmente coperta dal terreno, come per es.
la radica di erica (denominato ciocco da pipe proprio perché utilizzata
per fare delle bellissime pipe); ma può svilupparsi anche lungo il tronco.
La
radica quindi è un vero e proprio difetto anatomico del legno dovuto a varie
cause, come eccessive potature, incendi etc. Se, quando si trovano, non
presentano spaccature, fessurazioni a cavità, allora
le radiche sono particolarmente bella e di valore.
Quasi tutte le piante possono sviluppare la radica. Tra le più pregiate,
abbiamo la radica di noce, specie quella della tuchia
e della Persia, la radica di rovere, quella di olmo,
di frassino o quelle di legni tropicali.
Raramente,
se non per fare fare piccoli
oggetti, come soprammobili o appunto le pipe, si usa il massello di radica. In
genere le radiche vengono tranciate (ossia se ne
ricavano fogli sottilissimi dai disegni e colori naturali meravigliosi) e così
utilizzate per impiallacciare mobili, boiserie e fare intarsi per arredi di
gran lusso.
d) ESEMPIO DI SCHEDA COMPLETA DI UN’
ESSENZA: L’OLIVO
SPECIE
Olivo o Ulivo
DENOMINAZIONE U.N.I
Ulivo
NOME BOTANICO
Olea europea
FAMIGLIA
Oleaceae
DENOMINAZIONI LOCALI COMMERCIALI
Aulivi, Liva, Ociva, Olivato, Ulivaro, Ulivastru
L’OLIVO ALBERO DELLA PACE
Lo sviluppo di molte civiltà ed infinite generazioni di uomini è legato, in modo indissolubile all’Olivo che, per la sua longevità (in Italia esistono individui bimillenari in Puglia ed in Sicilia, ma molti altri sono presenti in Libia, Siria, Palestina) e generosità, è unanimemente considerato un albero uiniversale. La forma contorta del fusto e i molti prodotti (olio in primis) ricavabili dall’olivo lo hanno reso simbolico e sacro. Secondo il mito pelagico, l’olivo fu importato dalla Libia dalla dea Atena (si ritiene che la patrona di Atene in realtà importò un innesto di Olivo visto che non cresce spontaneamente ma deve essere innestato sull’Oleastro) e da ques’albero nacque Apollo dio della medicina e della profezia. Dopo che Ermete ne perfezionò la coltivazione, Eracle portò un albero d’ulivo ad Olimpia dove nacquero le olimpiadi. Peonio, che fu il primo vincitore ufficiale dei giochi, fu così incoronato con un ramo d’olivo (in realtà pare che questa pianta fu introdotta dopo la settimana olimpiade quando l’Oracolo di Delfi ingiunse a ifito di sostituire il ramo di melo fino ad allora usato come premio della vittoria). più tardi ad atene, dopo il disastro della guerra persiana, per l’incoronazione l’olivo fu sostituito, in segno di lutto, dal prezzemolo (quest’erbacea è da sempre simbolo di malaugurio perché serviva a provocare gli aborti)
SIGNIFICATI SIMBOLICI
All’Olivo si sono dati, nei millenni, molti significati simbolici anche contrastanti. Tra i più singolari quello che lo lega all’articolazione superiore del pollice,chiamata Eracle, dove si supponeva fosse “insediata” la virilità; tra i più tradizionali c’è quello del “prendere possesso” (Atena piantando un Olivo vicino ad un pozzo prese possesso dall’Attica), tra i più “attuali” c’è quello legato alla pace ed alla
fratellanza. In merito a quest’ultimo significato, è importante ricordare che l’Olivo è l’albero benedetto che rappresenta Abramo antenato comune di ebrei, cristiani e mussulmani. Per questi ultimi l’olivo è l’albero cosmico che simboleggia la fonte e quindi il Profeta, per i cristiani è la pianta della pace e dell’unzione rituale che accompagna i sacramenti e per gli ebrei è l’albero dell’alleanza tra Dio e i patriarchi.
Dall’olivo, oltre all’olio ricavato dalla spremitura delle drupe, si ricavano foglie per lettiere (pare che gli atleti stanchi dopo le olimpiadi riposassero su letti di verdi foglie d’olivo) e legno che, per le sue caratteristiche particolari, era utilizzato, fin dall’antichità, per produrre
Utensili di ebanisteria fine e legna da ardere (il trionfatore dei giochi olimpici festeggiava mangiando carni di toro cotte con legno di olivo).
AREALE DI DIFFUSIONE
Paesi che si affacciano al Mediterraneo, Portogallo, Marocco, ampie zone dell’Asia minore e della penisola Arabica. E’ presente fino a ca. 7/800 mt s.l.m. in tutte le zone con caratteristiche peculiari del Lauretum ed in Italia è diffuso al nord (zone di produzione in Lessinia, colli iberici ed Euganei), al centro, al sud e sulle isole.
PRINCIPALI CARATTERISTICHE ISTOLOGICHE E MACROSCOPICHE DEL LEGNO
Il legno di questa Latifoglia si caratterizza per avere piccoli vasi rotondeggianti distribuiti uniformemente e non visibili ad occhio nudo. Gli anelli di accrescimento sono irregolari e spesso non distinguibili mentre i raggi parenchimatici sono monoseriati e/o composti da poche assise di cellule.
CARATTERISTICA DELLA PIANTA
L’albero di Olivo può superare facilmente i 200 anni e i 12 mt d’altezza. Il fusto, irregolare e contorto, può raggiungere a petto d’uomo i 70/80 cm di diametro e la chioma, solitamente potata è generalmente a palmetta e/o cuneiforme. Le foglie sono sempreverdi e di forma lanceolata a margini interi. Le influorescenze a pannocchia mentre i frutti, dal quale si ricava l’olio, sono drupe.
DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI PECULIARITA’ FISICHE E
MECCANICHE
Colore dell’alburno e del durame
indifferenziato generalmente giallognolo con striature bruno nerastre e/o
sfumature grigie;
Tessitura: decisamente fine;
Fibratura: normalmente irregolare
e contorta anche se, in alcuni pezzi, può essere diritta;
Venatura: irregolare marcata in occasione delle striature
cupe;
Massa volumetrica media allo stato fresco compresa
solitamente tra 1000/1200 Kg./Mc
Massa volumetrica media ad umidità del 12% ca. compresa, quasi sempre, tra 900/950 Kg/mc.
Durezza: elevata;
Ritiro dimensionale: decisamente
alto;
Nervosità: alta;
Resistenza all’urto: elevata;
Resistenza media a flessione: ca. 1300 Kp/cm2
Resistenza media a compressione assiale: ca. 560 kp/cm2
Curabilità: elevata
UTILIZZI
Il legno di olivo è impiegato per la realizzazione di liste da pavimento, scale, tranciati per intasi e arredi affini, tavoli massicci, serramenti, lavori di tornerai, oggettistica, pregiati cofani. Il legno di olivo, per l’abbondanza di estrattivi oleoi profumati, è apprezzato per la cottura di carni.
LAVORAZIONI E TRATTAMENTI
Segagione: poco agevole;
Tranciatura: fatta su pezzi preferendo le sezioni tangenziali;
Essiccazione: da condursi molto lentamente dopo lunga stagionatura all’aria;
Unioni con viti e chiodi: ottima se effettuata su sedi;
Incollaggio: buono se fatto previo passaggio delle superfici con soluzioni di carbonato di calcio;
Piallatura e pulimento: difficile ma con buoni risultati finali;
Tinteggiatura non praticata e verniciatura non agevole.
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