“Appunti di permanenza”
Lissone, 15.04.2005
DIARIO DELL’ALBERESE
Non si poteva che cominciare così
Errata corrige alla pag. 1 del diario
dell’Alberese.
X grazia
ricevuta
….e finire cos’à.
Destinazione
TOSCANA, Colline Senesi, Podere Alberese.
Arrivati al Podere Alberese il paesaggio è
incantevole e lo sguardo viene richiamato
verso il Monte Amiata.
Cerco di fondermi con questo ambiente e così inizio
l’esplorazione naturale per orientarmi e la domanda è dove sono e con chi?
L’attenzione per la natura, che ha già ispirato la mia grafica,
prende il sopravvento e diventa guida, (in contrapposizione alla posizione
effimera del madonnaro), e richiamo alla concretezza. La realtà e il suo
significato e…
Perciò se l’animo si distoglie dalle cose umane
E si volge alle
piante, agli animali e ai minerali,
non è affatto per
errore, come a volta si sente dire.
Quest’atto può essere
il segno di un puro sforzo di autoconservazione,
il desiderio di
prendere parte a un’esistenza superiore.
Là non è
necessario credere: il prodigio è palese.
Quando tutto è
silenzio le cose cominciano a parlare;
pietre, animali e
piante diventano fratelli e sorelle e
comunicano ciò
che è nascosto.
Un arcobaleno
invisibile circonda quello visibile.
Ernst Junger
….. pronta ad ogni minima associazione alla ricerca
di segni e simboli…. … cammino nel campo di Edilio…
l’aratro ha lasciato i segni del suo passaggio: le
zolle di terra sembrano pagine di libri, alcune lisce altre consumate dal vento
e dalla pioggia.
Libri aperti pronti per essere scritti e modificati
col mio passaggio.
(I tranciati d’olmo che ho portato con me dalla
Brianza (MI) sono la rappresentazione di queste terre tracciate.)
Per un intervento maggiore è necessario uno studio
del segno e dello strumento (aratro).
Passo a capire cosa contiene questa terra.
Raccolgo piccole
pietre e ne faccio mucchietti, per colore, poi con il martello sminuzzo,
osservandone la durezza e la
composizione, lisciamo con la mola e si tenta di classificare i campioni..
Libero (il contadino custode del Podere) è testimone dei vari colori intorno alla
casina, è curioso e chissà cosa riferirà ad Edilio. ….
Nasce così la tavolozza del campo di Edilio che
mette in evidenza le “terre”
Ocra gialla, terra di Siena naturale, terra di
Siena bruciata, seppia, terra d’ombra bruciata, terra d’ombra naturale.
Colori “caldi” in contrasto con il cielo azzurro.
Il venticello mi accarezza, e sono felice di questa entrata negli elementi.
Compongo liberamente con
queste “tessere”di: travertino, quarzo, pochi i sassi, frammenti di piastrelle industriali, cocci di
terracotta, pezzi di mattone, tra la
terra riconosco anche minuscoli fossili. Inizio il mosaico: indicazione, una
freccia bianca che parte da un centro e vi ritorna
particolare : il
centro, pietra nera con centro bianco
Il mosaico ha origine
nell’Antico Egitto, mostra il suo splendore nei mosaici bizantini. Veneziana
d’origine materna, dopo aver visitato Ravenna, inizio all’Alberese a toccar la
terra, la polvere, i marmi e le rocce.
Le pietre bucate richiamano quel centro, la carne,
un cuore. Ulisse tende il suo arco? . Il pensiero passa dalle pietre piccole a
quelle più grandi. E alla propria posizione: come potrei essere toscana. Una
fuga dall’ambiente metropolitano milanese? Penso alla civiltà contadina, al
rapporto con la natura, alla fatica dei padri,……al chinarsi per raccogliere…. colgo
le pietre e cerco di creare una retta, sposto e lancio. Si ha coscienza del
peso e della posizione di raccolta. I contadini con i loro mucchietti di pietre ripulivano il terreno e lo rendevano
coltivabile, e con le pietre
creavano muri a secco per delimitarne la proprietà o per costruire case,
per loro sono pietre vive a cui parlano e rispondono. La mia riga è corta e la
vegetazione se la mangia, ci vorrebbe una squadra per un intervento degno di
rispetto a queste memorie. (rimane il desiderio) ..
Dalla pietruzza, al masso, alla cava,
l’esplorazione del suolo per una preparazione di un viaggio nelle chiese alla
ricerca di pietre vive.
Le pietre scolpite delle chiese…
…
Partiamo per Montalcino,
sosta per assaggio vino, e ripartiamo. A 10 Km da Montalcino ca. troviamo l’Abbazia di S.ANTIMO,
circondata da ulivi,da lontano si intravede l’abside, il suo bel campanile e il
bel cipresso secolare. Un grande ulivo, cattura la mia attenzione, il suo
tronco ha un sasso incluso.
Arrivati esploriamo
l’esterno e le particolari formelle assicurano un effetto suggestivo.
.In forme romaniche alcuni
temi dell’architettura cistercense, il paramento interno ed esterno, è di
travertino, mentre la decorazione architettonica è di onice , (come la colonna
a fianco del cipresso) e alabastro delle vicine cave di CASTELNUOVO,
che le conferisce un’alone dorato. L’interno è diviso in 3 navate da alte
colonne quelle laterali sormontate dai matronei aperti da bifore, bellissimi i
capitelli, alcuni dei quali in onice….
Secondo la leggenda, fu
fondata da Carlo Magno nel XII sec., ebbe ricchezza e importanza
eccezionali nel Medioevo, tanto da entrare in conflitto con Siena per il
controllo dei territori nel XII sec…..
E così guardo le pietre e
cerco di capire, ma l’interpretazione ha bisogno di studio.
Da profana cerco di capire
gli elementi nella loro forma e mi interrogo su alcune figure elementari,
incapacità o sintesi?
Simbolismo,
espressione e didascalie, così le
sequenze dei capitelli sotto l’apparenza possono rivelare una successione
logica e armonica analoga a quello del canto liturgico.
Ma
non ho sicurezze assolute, tratti fondamentali del simbolo è l’ambiguità, la
possibilità di essere letto in modi diversi, spesso opposti. Il simbolo è
ambivalente.
Come
Esopo diceva che la lingua è la migliore e la peggiore delle cose, così
qualsiasi elemento simbolico adatto, per sua natura, a significare sia il bene
che il male. E’ come dire che un lessico di questa fatta non potrà mai dare
soluzioni perfettamente compiute e universalmente valide. Sarebbe lo stesso che
confondere il simbolo con l’allegoria: far passare , dal campo della
suggestione e del mistero a quello dell’immagine intellettuale, semplice
sistema per dire in modo diverso ciò che si può enunciare chiaramente.
Il
simbolo è tanto più ricco di capacità quanto meno intelleggibile esso si
presenta per natura, ed è solo ammettendo questo suo privilegio irritante e
meraviglioso che si potrà essere in grado di penetrare l’essenza. Siamo nel
regno dell’induzione, con tutto il disagio intellettuale che questa presuppone,
ma altresì con le molteplici possibilità che essa rivela.
Sant’Agostino ha espresso
in maniera meravigliosa questa ricchezza del segno, quando ha ricordato
l’impressione che un manoscritto bellamente ricopiato poteva suscitare nello
spirito di un individuo capace di vedervi altro che un’armoniosa successione di
chiaroscuri distribuiti su delle pagine. Loderà l’abilità dell’uomo che ha
realizzato un’opera del genere. Ma facciamo venire una persona più esperta,
capace di decifrare la scrittura e di leggerla: non si accontenterà più di
ammirare la corteccia del frutto, ma ne saprà gustare la polpa; alla bellezza
della grafia aggiungerà il senso delle lettere e del testo che in una simile
scrittura è racchiuso.
Le domande sono molte e la curiosità avanza.. poi
cerco uin simbolo in particolare: il mio logo, l’ammonite, è stato modificato,
con l’aggiunta di una sirena bicaudata che esce dalla conchiglia (la spirale) o
la spirale stessa è la sua seconda coda? Sono perplessa, ma il madonnaro mi
rassicura della positività dello stesso …e a detta
dei comuni mortale ricorda “il paguro bernardo”. Entro così a capire dal vivo
il problema e successivamente mi documento col “Lessico dei Simboli Medioevali”
con testi di Beigheder e trovo:
SIRENA vedi INCROCIO, CERVO, SERPENTE
… un gruppo di soggetti che,
apparentemente, hanno con incrocio, un rapporto molto lontano, sono il mondo
delle sirene ( e delle arpie), esseri doppi, in possesso di due nature,
frequentissimi nell’arte romanica, che li ha ereditati dalla mitologia greca:
prova ulteriore dell’influenza esercitata dal mondo antico… ( e continua nella nota)
… ero rimasta alla leggenda di Ulisse
che si metteva i tappi di cera nelle orecchie: ammaliatrici o voce della verità
che non si vuol sentire? Il mio logo penso che ritornerà quello di prima…e
successivamente farò collezione di immagini di sirene bicaudate…
…
Dopo una lunga esplorazione del
complesso e verificati anche i giochi di “luci” partiamo per visitare la cava
abbandonata di Castelnuovo. Curiose sono le recinzioni delle case in lastre
d’onice e i massi già scheggiati. Anch’io cerco di prelevare qualche campione
con inclusioni di quarzo.
…
si riparte per ritornare alla base, Il
Podere Alberese.
ulivo a Sant’Antimo, e foglie stampate
sotto torchio calcografico.
Le arti incisorie accompagnarono
l’umanità e la sua storia: dai reperti rupestri, con cui i primi esseri umani
lasciarono una traccia del loro “erigersi verso il cielo” e via via fino a noi.
L’antico sapore da tradurre è l’olio, la sua pianta l’Olivo e il
suo frutto l’oliva.
L’Olivo simbolo della pace, Luce
divina, di Sapienza, di Vita, di Rigenerazione, di Castità, di Prosperità ha
ispirato mistici, poeti e artisti.
La drammaticità del suo tronco e delle
radici, mi fa ricavare soggetti buffi o
volti, un desiderio di umanità e le foglie, punte di lance argentee, creano un
intreccio mobile al vento, lasciando intravedere buchi o pieni celesti. L’ulivo
qui disegnato è isolati nel foglio, quasi a bucarlo: un pieno d’aria, di
spazio, di cielo di mistero. Un invito al silenzio e alla meditazione.
L’artista ora sta studiando i gesti,
come rito, dalla raccolta manuale delle olive alla lavorazione al verare il
prezioso liquido come per il rito del te.
……
Nuova partenza a 20 km da Asciano alla
ricerca del “salto del diavolo”, un’altra abbazia ci aspetta sarà Monte Oliveto, per andare a trovare Padre Celsio
conosciuto all’inaugurazione della cappella del Borgo di Casabianca, originario
come me della stessa città (altra curiosità, fra il 1917 e il 1928, il
monastero di Seregno (MI) è stato la sede dell’abate generale di tutta la
Congregazione, nell’attesa che tornasse ad essere agibile la casa di Monte
Oliveto Maggiore)
….
Padre Celsio ci saluta perché inizia il vespro e
così dall’esterno ascoltiamo il coro. L’ambiente è suggestivo e caldo… in
contrapposizione all’ambiente dei calanchi.. e riparto per portare i saluti a
Seregno. Mi sono cibata spiritualmente e ho diverse idee da tradurre… in
associazioni di cotto, tarsie, erbe e libri..
Ci inoltriamo nelle strade bianche, il paesaggio è
paradisiaco, i colori cambiano in poco tempo per il passaggio di nuvole. Le
colline sembrano onde di mare, il cui colore varia a seconda della stagione e del tempo. Il
movimento rallenta lo sguardo verso l’infinito.
Il vento accarezza il tutto…
Grossi segni nell’argilla, e un punto esclamativo!
Noi ombre e un segno.
Proseguiamo e troviamo delle pozzanghere di creta:
il ritiro dell’acqua ha formato solchi, come i cretti di Burri.
L’intervento è partire dal segno esistente. Prendo
degli stecchi e inizio a disegnare forme sinuose e geroglifici.
I bimbi di queste zone, giocavano anche
loro come me, sono i ricordi di Angela di Casabianca e di "EMANUELE
(artista di Rapolano e figlio di Eraldo di S.Giovanni d’Asso)
Felice di vedere allo stato naturale la
barbottina in superficie, (una crema deliziosa di creta), ne prendo un po’.
Sarebbe bello creare degli “adobe”.
“Adobe” significa mattoni di terra
seccati al sole. L’argilla naturale del
suolo usata dagli indios e da altre popolazioni desertiche per costruire
abitazioni, forni ed altro, consolidata col succo dei bacelli di mesquite o con
quello di robinia, con paglia tritata e materiale vegetale di vario genere. Potrei
creare una capanna con questo spirito di nomade che mi ritrovo ma mi manca il succo!.
Il sole scende ritornerò. Intanto cerco idee per realizzare una
pozzanghera viva. Il mare…e l’isola. L’arcipelago o …il mare artico con banchine
di ghiaccio, gli iceberg. Opto per l’isola.
Dal suolo si erge un’isola. Il solco è
un pieno di acqua. Un io solitario alla ricerca del tu.
Studio
di un cretto
più isole, la cui vegetazione rigogliosa sale verso la
luce, una luce che viene dalla direzione
verticale, dimensione sacra dello spazio.
Essa rappresenta un percorso verso una realtà
superiore o inferiore alla vita giornaliera
.
Dal pentagono
(perimetro dell’isola)
a forme diverse
alla composizione di una
spirale e di …
una margherita
(l’influenza del figlio dei fiori si fa sentire)
continuo fino a
completare:
il ROSONE,
il cui simbolo richiama
la rosa, la ruota, e il cerchio,
in aperta
campagna
Il cretto
Lasciando il ROSONE, ritorno al cretto
elaborato, lo sposto dalla sua posizione originale,
desiderio di portare l’opera in città, la
natura nell’area metropolitana di Milano e
in particolare nelle scrivanie tra le carte
di un ufficio commerciale…
Ritorno all’Alberese, creo una cornice circolare, e il madonnaro?.
…. una madonna.
La cornice per la madonna o la madonna per la
cornice?
La cornice ha vita propria e così la madonna.
La lavorazione di una materia nel suo posto
d’origine è carica di significato, un vivere il posto, conoscere il posto,
essere del posto, la percezione del tempo e spazio cambia. Cerco per la cottura
una fornace. Petrolio (SI) è famosa per
le sue fornaci e ne cerco una.
La ditta
Raffaelli mi accoglie, stupiti della mia
lavorazione in tema all’ambiente; nasce una simpatia, mi raccontano della loro
esperienza, del mercato, dell’esigenza
di creativi, un nuovo incontro tra arte-artigianato.
Mi regalano un libro “Le terrecotte di Petroio” che
mi aiuta nella mia ricerca del territorio e mi stimola nella ricerca di nuovi
modelli per i miei vasi. Intanto ammiro la lavorazione manuale nel laboratorio
a differenza di quello seriale già visto a Sienalunga.
Creo un gemellaggio tra due realtà di fornaci, di
tradizioni del cotto: il cotto lombardo di Fornaci di Brioso (MI) e il cotto
senese di Petroio (SI).
Tornerò a riprendere i pezzi
mattoni all’esterno
della fornace
e la formella
Memore delle “pietre sacre” cerco di
crearne anch’io…. Utilizzo le dime, quadrate e rettangolari, delle piastrelle
in cotto per pavimenti e riporto la mia
lavorazione. in argilla.
Pensando alla verticalità della parete,
il desiderio è di farne una “viva”….
nel frattempo utilizzo singolarmente
questi campioni come?
Dal
sopra al sotto
e dal quadrato il cubo
…. e così nasce il mare in scatola
che diventerà successivamente la
copertina del n. 05/05 della rivista
“ITALIA IMBALLAGGIO
Dall’Alberese si vede Casabianca
Anticamente
gli abitanti del luogo facevano parte del "comunello" di Montecalvoli
compreso nel Comune di Asciano e successivamente ad esso incorporato. Con il
tempo vi si era aggregata una consistente comunità, servita da una cappella, da
botteghe e persino da una scuola elementare. La ristrutturazione del borgo ha riportato
Casabianca al suo antico splendore con i suoi caratteristici edifici rurali,
l'elegante villa padronale, le vie ed i giardini. Ora è adibito ad agriturismo.
Esploro il luogo:
Attenzione esterna:
cipresso secolare, cupola della
chiesina, pozzo dei desideri, albero con la testa di cavallo,rocaille di
fossili.
Attenzione interna:
QUADRATI, tinaia,cantine
Un ringraziamento ad Alba che mi ha anche fornito i pacchi d’argilla …e mi
ha anche donato un bell’agglomerato fossile.
A poco dall’Alberese c’è RAPOLANO
con le sue cave di travertino e le sue terme. Esploro la cava e il luogo dove
si lavora il travertino.
L’attenzione viene richiamata da: un rettangolo
nero e un cono bianco: è l’apertura di una finestra con una montagna di scarti
di travertino, prendo delle lastre sottili, più avanti altri scarti, rettangoli
che bagnati da una pozza di terra degratamente si colorano.
Chiedo il
permesso per sostare.
Lo scarto mi affascina.
E’ il recuperare.
Trovare il valore in qualcosa che ordinariamente
non si dà.
tra gli scarti una nave, una spaccaghiacci?.
Dalla confusione, si cerca di ordinare, gioco a
dominino, messi in piedi uno per uno formano un ponte lunghissimo, i pilastri
della terza rete in miniatura, prosegue con una
scala bianca, una via sicura unica ma faticosa, .è la via della verità che sto cercando. E le cose mi insegnano
i conetti di Rapolano e il mio cono, e
le striscie
la grigliata di pesce
Vie mistiche, digiuni e pasti essenziali di pane e
vino… capisco così la scarnificazione e il desiderio di carnalità del reale. Apparivano
così grigliate di carne e pesce… La mitica chinina è stata poi assaporata più
avanti con l’amico Emanuele. Da Samurai ( in tempi di carestia il samurai
poneva un pesce di legno nel piatto, nutrendosi col pensiero) compongo così
quei pasti immaginari: sotto le righe la fame, cucita da un ago e legata da
corde e , tensioni e melodie di sapori marini.
particolari
.
Il mio è un piatto dove la tensione è verso
l’alto, un’ascesi per la liberazione.
il piatto vuoto e la bacinella per
l’acqua
On the country
Ho a
disposizione di un bancale di frassino olivato della Brianza (MI). Questa
essenza si presta all’immaginazione e dalla drammaticità dell’ulivo ( tronchi,
radici, luce delle fronde) nascono figure: pulcini, aquile, volti, gnomi.
Il tranciato è un
mondo di colori e immagini e il paesaggio toscana è ovunque.
Nascono i pensieri di radiche paesine, per suggellare il gemellaggio siena-brianza.
Mi ripropongo di lavorare sul manoscritto, sui
libri, sulle pagine antiche. In trancia
ho visto pezzi che potrebbero fare al mio caso.
Il libro come strumento di conoscenza e… non di sostituzione al rapporto
con l’uomo e al suo cuore.
Libri
aperti, quasi in volo, uno sopra l’altro
formano una siepe verso il Monte Amiata. L’importanza è in quei buchi
lasciati per intravedere l’orizzonte (la direzione verticale rappresenta il campo concreto dell’azione La siepe ….l
’infinito di Leopardi
e il diario dell’Alberese
una finestra su quell’orizzonte,
l’inizio, la fine, e il mezzo
Dalla libreria un’erbario, un volario e
un’acquario
Un’altro elemento è il fuoco, bruceremo le essenze
nel camino dell’Alberese, (i legni africani sono i più profumati)
Dall’ALBERESE
destinazione PORTO RECANATI
Sassi trovati in spiaggia portati dall’onda come se
fossero conchiglie. Creo pelli, di una
mucca o di un serpente, la muta o la
corazza persa?
e creo strisce, a ricordo di quelle stradali…. (ossessione
per i tanti km macinati)… la striscia diventa
non simbolo di confine, per me d’ossessione, per lui di evasione)
“on the road”.. o “on the
country”, “on the beace”?
Da PORTORECANATI Destinazione SAN GINESIO
Usati i sassi di Porto Recanati per realizzare
corona della Madonna che rotea gli occhi, richiesta di grazia e ricevuta.
Ritorno all’Alberese con Edilio
Esperienza: il mio pubblico è quello dei bambini.
Curiosi del mio fare e sorpresi del fatto che con
semplici sassi si può giocare e disegnare. Lo stupore è anche dei grandi: il
mosaico conquista. Fedeltà di Edilio
Dall’ALBERESE al GARDA e RITORNO
A inizio lavori si cataloga il colore del
materiale: tavolozza del Garda.
Predominanti sono quelli rosa
Ci si sposta di spiaggia in spiaggia, la scoperta è
la diversità di colore e dimensione.
La spirale e il
vortice
Creo una ciotola rivestita, una spirale un
mulinello nel luogo d’origine. Fatta con sassi del Garda, in variazioni di
colore e dimensione dei sassi.
La spirale e Il vortice…..
La ricerca dei sassi ha interessato le persone che
vivono queste spiagge, è.
la coscienza di quello che ti circonda, il saper
guardare, ma non solo .. toccare.
Ci vuole una squadra per poter realizzare una lunga
tavolozza, o un mosaico sul bagnasciuga. (resta un desiderio)
I ciotoli di terracotta abbondano, sono perle di
collane di giganti, o vecchie catene abbandonate, vincoli di schiavitù o di liberta?.
Nasce una seconda ciotola, un secondo mulinello da
inserire nel suolo colorato......
I ciottoli di terracotta abbondano, sono perle di
collane di giganti, o vecchie catene abbandonate, vincoli di schiavitù o di
liberta?.
Nasce una seconda ciotola, un secondo mulinello da
inserire nel suolo colorato......
….. e in attesa dell’istallazione creo perle
diverse in argilla per creare una grande collana per capi tribù…..
lasciata al suolo crea una fiamma, di una candela…
Lissone
(MI)
Le impressioni di viaggio, “on the road”, mi assalgono
come fermi di immagini di un film, trasferisco su carta: nasce la pellicola
e i…
quadrati
“memorie di permanenza” dell’ambiente naturale, le colline Senesi, in
contrapposizione alla dimensione
metropolitana di Milano.
E’ stata la scoperta della terra e
dell’orizzonte, concretezza con i suoi elementi piccoli e grandi: la polvere
(per capire che l’effimero è un istante
vissuto fino in fondo, l’eterno), la creta (per la percezione tattile), sassi di fiume e frammenti di roccia (per il
mosaico, il ricomporre), le montagne contornate dal cielo.
Dal microcosmo al macrocosmo. La domanda è
stata chi sei e dove?L’Io, le cose e lo
spazio.Iniziando dalla raccolta del materiale, classifico e analizzo.
La mia compagnia vera è quello che mi
circonda e mi metto in relazione con essa.Lo “spazio” diventa pian piano un
insieme di “luoghi”.
E’ l’orientarsi, mettere in ordine e
ricercare significati:“il centro” e una “freccia” proiettata verso la “dimora”,
Da essa riparto per nuove conquiste.
E …..così naturale diventa l’improvvisazione, il
fare con il suo significato … , ricordando quella canzone che dice:
(dedicata al madonnaro)
Come ci si sente
Come ci si sente
A essere un perfetto sconosciuto,
A essere una pietra che rotola?
Bob Dylan
e. ..
come può uno scoglio arginare il
mare,
anche se non voglio
torno già a volare……..
Ringraziamenti:
Edilio del Podere Alberese, base per il mio viaggio
Luigi e a Celestina ditta Raffaelli di Patrio (SI)
per la cottura delle terrecotte
Marco Riva il brianzolo per i tranciati.
Madonnaro senza nome
Emanuele (artista di Rapolano) per l’avventura
notturna alla visita della diga:
al centro un’isola…..nella quale mi sono
specchiata.
il suo atelier |
hanno detto di
lei |